I bianconeri non brillano, restano in 10 per l'espulsione di Lemina a inizio ripresa, ma alla fine passano grazie al solito immenso Buffon che para un rigore e la salva con 2 miracoli; poi una giocata di Cuadrado vale i 3 punti. Per la Juventus uno 0-1 preziosissimo in quel di Lione che lascia così la squadra di Allegri in testa al Gruppo H insieme al Siviglia.
Quale lato della medaglia preferite? Se siete tifosi della Juventus, probabilmente, il lato scintillante. Allora qui la serata di Lione vi racconterà di un immenso Gigi Buffon, che para un rigore e tiene a galla la Juve con due successivi miracoli; e della magia di Juan Cuadrado, che da solo piazza lì la solita giocata del singolo autentico salvagente di casa Juve in questo inizio d’annata. Insomma, il lato positivo dice 3 punti di fondamentale importanza in ottica qualificazione, ottenuti con cuore e sofferenza. Se appartenete invece al partito di chi vuole andare un po’ più in là delle apparenze, di positivo per la Juventus nella notte di Lione c’è ben poco oltre al risultato e alle prestazioni di un paio di singoli. Lenti, prevedibili, senza idee in mediana e schiavi di una giocata dei fuoriclasse, la Juventus ha messo ancora una volta in scena tutti i problemi di questi primi 2 mesi; mascherati fin qui dai risultati e dalla relativa mediocrità degli avversari. La fisicità e l’attenzione del Lione hanno portato alla luce evidenti limiti nella costruzione del gioco; limiti ai quali dovrà porre rimedio l’unico vero giocatore in grado di coprire il ruolo fin qui malamente coperto da Hernanes o Lemina:Claudio Marchisio. Nell’attesa del suo regista e di ritrovarsi, intanto, Allegri porta via punti. Non dimenticarsi dell’altro lato della medaglia però, almeno per lui, resta il diktat numero 1.
La cronaca
La buona partenza della Juventus è solo un’illusione. Roba da timore reverenziale del giovane Lione; roba a cui i francesi mettono 10 minuti ad adattarsi. Poi viene fuori la reale natura delle cose: ovvero una Juve lenta, prevedibile e povera di idee in mezzo al campo; schiava più che altro delle giocate dei singoli, leggasi Dybala o Higuain. Ben controllati però i due argentini fanno fatica tra le maglie strette degli avversari che, zitti-zitti, avrebbero anche la chance per passare. E’Bonucci infatti con una palese trattenuta a tirare già in area il gigante Diakhaby: dal dischetto vaLacazette che però, davanti a Buffon, calcia male, permettendo al portierone bianconero di rispondere alle solite frettolose critiche. Un pericolo scampato che sembra esaltare la Juve nei minuti conclusivi, quando sia Higuain che lo stesso Bonucci sfiorano con due zuccate il gol di vantaggio.
Il flow però non prosegue al rientro in campo, e la Juve nella ripresa si presenta con gli identici problemi del primo tempo. Grande che si ingigantiscono quando Lemina, dopo 10 minuti, prende il secondo giallo per un fallo da dietro su Fekir. I bianconeri così si chiudono dietro e a sfiorare il gol sono i francesi. Ci vuole infatti San Buffon per tenere la Juventus sullo 0-0: prima con un riflesso assurdo sulla conclusione deviata di Fekir, poi con un respinta da zero metri sul colpo di testa di Tolisso. Nella sofferenza però Allegri ha un grande merito: non farsi prendere dalla paura. Il tecnico bianconero leva Dybala e mette Cuadrado per sfruttarne velocità e relative ripartenze. Mossa azzeccata. Dopo 5 minuti dal suo ingresso in campo il colombiano fa tutto da solo, partendo dall’esterno, saltando l’uomo e trovando un tiro sul primo palo che beffa il fin lì perfettoLopes. Colpaccio. La Juve, con grinta e cuore, difende il vantaggio fino alla fine per 3 punti di un peso specifico davvero capitale.
La buona partenza della Juventus è solo un’illusione. Roba da timore reverenziale del giovane Lione; roba a cui i francesi mettono 10 minuti ad adattarsi. Poi viene fuori la reale natura delle cose: ovvero una Juve lenta, prevedibile e povera di idee in mezzo al campo; schiava più che altro delle giocate dei singoli, leggasi Dybala o Higuain. Ben controllati però i due argentini fanno fatica tra le maglie strette degli avversari che, zitti-zitti, avrebbero anche la chance per passare. E’Bonucci infatti con una palese trattenuta a tirare già in area il gigante Diakhaby: dal dischetto vaLacazette che però, davanti a Buffon, calcia male, permettendo al portierone bianconero di rispondere alle solite frettolose critiche. Un pericolo scampato che sembra esaltare la Juve nei minuti conclusivi, quando sia Higuain che lo stesso Bonucci sfiorano con due zuccate il gol di vantaggio.
Il flow però non prosegue al rientro in campo, e la Juve nella ripresa si presenta con gli identici problemi del primo tempo. Grande che si ingigantiscono quando Lemina, dopo 10 minuti, prende il secondo giallo per un fallo da dietro su Fekir. I bianconeri così si chiudono dietro e a sfiorare il gol sono i francesi. Ci vuole infatti San Buffon per tenere la Juventus sullo 0-0: prima con un riflesso assurdo sulla conclusione deviata di Fekir, poi con un respinta da zero metri sul colpo di testa di Tolisso. Nella sofferenza però Allegri ha un grande merito: non farsi prendere dalla paura. Il tecnico bianconero leva Dybala e mette Cuadrado per sfruttarne velocità e relative ripartenze. Mossa azzeccata. Dopo 5 minuti dal suo ingresso in campo il colombiano fa tutto da solo, partendo dall’esterno, saltando l’uomo e trovando un tiro sul primo palo che beffa il fin lì perfettoLopes. Colpaccio. La Juve, con grinta e cuore, difende il vantaggio fino alla fine per 3 punti di un peso specifico davvero capitale.
La statistica
Gigi Buffon torna a parare un rigore in Champions League. L’ultima volta era il maggio del 2003, quando nella semifinale di ritorno dell’allora stadio Delle Alpi disse di no a Luis Figo e al Real Madrid. Eterno.
Gigi Buffon torna a parare un rigore in Champions League. L’ultima volta era il maggio del 2003, quando nella semifinale di ritorno dell’allora stadio Delle Alpi disse di no a Luis Figo e al Real Madrid. Eterno.
Il migliore
Buffon. La gente parla, Buffon para. Da vent’anni. Leggenda.
Buffon. La gente parla, Buffon para. Da vent’anni. Leggenda.
Il peggiore
Lemina. Semplicemente non adatto al centrocampo di una squadra che, a parole, punta a vincere questa competizione. Lento, impacciato. Non all’altezza. L’espulsione è solo una conseguenza della sua inadeguatezza a un ruolo così fondamentale e così delicato.
Lemina. Semplicemente non adatto al centrocampo di una squadra che, a parole, punta a vincere questa competizione. Lento, impacciato. Non all’altezza. L’espulsione è solo una conseguenza della sua inadeguatezza a un ruolo così fondamentale e così delicato.
Il tabellino
Lione (3-5-2): Lopes; Yanga-Mbiwa (82’ Ghezzal), Nkoulou, Diakhaby; Rafael, Darder (64’ Ferri),Gonalons, Tolisso, Morel; Fekir, Lacazette (72’ Cornet).
Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Evra; Dani Alves (84’ Benatia), Khedira (75’ Sturaro), Lemina, Pjanic, Alex Sandro; Dybala (69’ Cuadrado), Higuain.
Gol: 77’ Cuadrado.
Note – Ammoniti: Rafael, Darder, Lacazette, Diakhaby, Ferri; Bonucci. Espulso Lemina al 54’ per somma di ammonizioni.
Eurosport.com
Lione (3-5-2): Lopes; Yanga-Mbiwa (82’ Ghezzal), Nkoulou, Diakhaby; Rafael, Darder (64’ Ferri),Gonalons, Tolisso, Morel; Fekir, Lacazette (72’ Cornet).
Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Evra; Dani Alves (84’ Benatia), Khedira (75’ Sturaro), Lemina, Pjanic, Alex Sandro; Dybala (69’ Cuadrado), Higuain.
Gol: 77’ Cuadrado.
Note – Ammoniti: Rafael, Darder, Lacazette, Diakhaby, Ferri; Bonucci. Espulso Lemina al 54’ per somma di ammonizioni.
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