Ventura ha riverniciato di verde la squadra, svecchiandola nell'età media attraverso la conferma di Romagnoli, il debutto da titolare di Belotti, il ritorno di Verratti, Bernardeschi, Bonaventura e Immobile dal primo minuto. Il suo collega Angelovski si è abbottonato con cinque difensori in linea e una sorveglianza speciale su Verratti, si è affidato alla coppa di "italiani" in attacco, lasciando Pandev libero di muoversi e inventare per Nestorovski. In quest'Italia tutta nuova da mescolare per avere una poltiglia omogenea, è successo che gli azzurri si sono scontrati e pestati i piedi fra loro in più di un'occasione, palesando difetti di comunicazione e affiatamento: così, da una palla innocua appoggiata da Belotti a Bonaventura, è nato il brivido più grande per gli azzurri, l'azione conclusa da un'avvelenata di Nestorovski che ha battuto Buffon e centrato la traversa (18'). Prima, Gigi era uscito provvidenzialmente sui piedi di Pandev dopo appena cento secondi dal via. Com'era già accaduto contro la Spagna a Torino, la Nazionale aspettava un episodio negativo per sbloccarsi, e ha trovato il gol comodissimo di Belotti, zampata acrobatica su corner di Bernardeschi. E' però stato un lampo isolato, perché l'Italia ha faticato a tessere trame di gioco credibili, Verratti è finito imbottigliato sulla sua trequarti, la squadra si è rivelata spezzata in due e ha rischiato di farsi infilzare in contropiede. L'unico sussulto è nato da un guizzo di Candreva, ma sul cross smanacciato da Bogatinov Bonaventura non ha trovato il tap-in di testa.
Nella ripresa è stata la Macedonia ad osare: fuori un terzino, Zhuta, dentro Ibraimi, per passare a una specie di 5-2-3. L'Italia non è mai stata troppo convinta della sua superiorità, e a parte il raddoppio sfiorato da Immobile in avvio di frazione, sperava forse di campare di rendita. Manovra lenta e soporifera, tanti errori nei disimpegni: da quelli di Verratti e di Bernardeschi sono nati i due gol dei padroni di casa, nello spazio di due minuti, con le incursioni mortifere di Nestorovski e di Hasani, due fiammate in fotocopia nell'angolo basso alla sinistra di Buffon. Subìto il ribaltone, l'Italia ha rischiato il tracollo definitivo (Buffon ha avuto un riflesso su Mojsov, decisivo) ed è andata in bambola, mentre Ventura predicava invano la calma. Quando però il ct ha deciso di mollare gli ormeggi, la partita è cambiata di nuovo: fuori Bernardeschi e Bonaventura, dentro Parolo e Sansone, con De Sciglio spostato a destra per un inedito 4-2-4. Qui Verratti ha preso finalmente a giocare, e l'Italia si è liberata dalla sua paura, trovando alla mezzora il pari di Immobile, esultando per la rete annullata a Parolo per fuorigioco, e infine mettendo la freccia in pieno recupero, di nuovo con l'attaccante della Lazio, di testa. In entrambi i casi, assist di Candreva. Un sospiro di sollievo, per aver evitato una figuraccia storica, nella notte in cui la Spagna vince in Albania e certifica la sua posizione di vantaggio nella corsa al primo posto. Però l'Italia è viva.
MACEDONIA (5-3-2): Bogatinov – Ristovski, Moisov, Shikov, Ristevski, Zhuta (1’ st Ibraimi) – Alioski, Spirovski, Hasani (38’ st Trajcevski) – Pandev, Nestorovski (23’ st Petrovikj)
ITALIA (3-5-2): Buffon – Barzagli, Bonucci, Romagnoli – Candreva, Bernardeschi, (19’ st Sansone), Verratti,Bonaventura (19’ st Parolo), De Sciglio – Belotti (38’ st Eder), Immobile.
ARBITRO: Makkelie
NOTE: Spettatori 27 mila. Ammoniti Aliovski, Spirovski, Ibrahmi, Parolo.
RETI: 24' pt Belotti, 13’ st Nestorovski, 15’ st Hasani, 30’ e 46’ st Immobile.
Repubblica.it
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