Se è davvero il risultato “l’unica cosa che conta”, come recita il motto tanto caro al popolo bianconero, allora nessun problema. Se invece è il modo con il quale ci si arriva, a fronte magari di valore del collettivo e del gap tecnico con gli avversari, beh allora la Juventus ha un problema. Non brillano i bianconeri. Anzi, a dirla tutta stentano; e tra turnover, cambio di modulo, esperimenti – falliti – e chi più ne ha più ne metta, si aggrappano alla ritrovata certezza di Paulo Dybala, che con due gol – rigorosamente da fermo – nasconde la polvere sotto il tappeto di Allegri e manda la Juve a +5 sulla “nuova” rivale A.S. Roma. Basta infatti un’Udinese ordinata e con le idee ben chiare per mandare in tilt una Juve che parte a 4, cambia a 3 e si ritrova a 5, nel finale, per difendere il risultato. Insomma, dopo due mesi il modesto campionato italiano ci dice che il padrone è lo stesso di sempre, ma della Juve brillante e di quel centrocampo di fenomeni che fu c’è solo il ricordo. Martedì, a Lione, con i titolari, una nuova e più attendibile prova.
La cronaca
Allegri come anticipato fa la rivoluzione – 5 cambi rispetto alla vittoria prima della pausa ad Empoli– ma il cambio di modulo e la mediana convincono assai poco. Il 4-4-2 – senza Pjanic per un problema avuto in mattinata – obbliga Hernanes a compiti in cui il brasiliano pecca in velocità di pensiero ed esecuzione; e il suo compagno di reparto Lemina non va molto meglio. E così, dopo la sfuriata bianconera iniziale – Dybala subito con una buona chance – l’Udinese prende campo e coraggio. Arrivano corner per i friulani e arriva alla mezz’ora anche il gol: Hernanes si fa soffiare ingenuamente il pallone, Jankto conclude da fuori, e altrettanto ingenuamente Buffon compie uno dei rari errori della stagione, facendosi passare il pallone a fianco della mano. La reazione della Juve è feroce ma confusionaria, e per trovare il pari serve tanto per cambiare la giocata del singolo. L’uomo in questione è come al solito Paulo Dybala che al 43’, con una punizione gioiello, evita che la Juve vada sotto all’intervallo.
E nella ripresa a mascherare definitivamente i problemini della Juve ci pensa De Paul, che dopo 6 minuti stecca in maniera evidente Alex Sandro: l’arbitro è a un metro e non può che fischiare rigore; Dybala sul dischetto non può che ribaltare il risultato. Un gol che permette alla Juve – nel frattempo tornata a 3 dietro – un relativo controllo. Relativo concetto chiave in quanto nel finale, non senza qualche sofferenza, i bianconeri devono salvarsi con Buffon su Danilo e difendersi con un inequivocabile 5-4-1. I tre punti però alla fine arrivano ancora una volta e il +5 di questa squadra su tutte le altre è ancor più inequivocabile: pur non convincendo, la Juve continua ad allungare.
Allegri come anticipato fa la rivoluzione – 5 cambi rispetto alla vittoria prima della pausa ad Empoli– ma il cambio di modulo e la mediana convincono assai poco. Il 4-4-2 – senza Pjanic per un problema avuto in mattinata – obbliga Hernanes a compiti in cui il brasiliano pecca in velocità di pensiero ed esecuzione; e il suo compagno di reparto Lemina non va molto meglio. E così, dopo la sfuriata bianconera iniziale – Dybala subito con una buona chance – l’Udinese prende campo e coraggio. Arrivano corner per i friulani e arriva alla mezz’ora anche il gol: Hernanes si fa soffiare ingenuamente il pallone, Jankto conclude da fuori, e altrettanto ingenuamente Buffon compie uno dei rari errori della stagione, facendosi passare il pallone a fianco della mano. La reazione della Juve è feroce ma confusionaria, e per trovare il pari serve tanto per cambiare la giocata del singolo. L’uomo in questione è come al solito Paulo Dybala che al 43’, con una punizione gioiello, evita che la Juve vada sotto all’intervallo.
E nella ripresa a mascherare definitivamente i problemini della Juve ci pensa De Paul, che dopo 6 minuti stecca in maniera evidente Alex Sandro: l’arbitro è a un metro e non può che fischiare rigore; Dybala sul dischetto non può che ribaltare il risultato. Un gol che permette alla Juve – nel frattempo tornata a 3 dietro – un relativo controllo. Relativo concetto chiave in quanto nel finale, non senza qualche sofferenza, i bianconeri devono salvarsi con Buffon su Danilo e difendersi con un inequivocabile 5-4-1. I tre punti però alla fine arrivano ancora una volta e il +5 di questa squadra su tutte le altre è ancor più inequivocabile: pur non convincendo, la Juve continua ad allungare.
La statistica
20 - Le vittorie interne consecutive per la Juventus in Serie A: per i bianconeri 2.3 gol fatti di media a partita e 0.3 subiti.
20 - Le vittorie interne consecutive per la Juventus in Serie A: per i bianconeri 2.3 gol fatti di media a partita e 0.3 subiti.
Il migliore
Dybala. Come si spiega fin qui il primato della Juve? Con i fuoriclasse, che servono a risollevare serate così. Se non è Higuain è Dybala, che da Zagabria in poi è tornato il protagonista assoluto di una squadra più che mai dipendente dalle sue giocate. Concetto palesatosi chiaramente nella partita di stasera dove ogni pericolo offensivo bianconeri è nato o morto dai suoi piedi. Faro.
Dybala. Come si spiega fin qui il primato della Juve? Con i fuoriclasse, che servono a risollevare serate così. Se non è Higuain è Dybala, che da Zagabria in poi è tornato il protagonista assoluto di una squadra più che mai dipendente dalle sue giocate. Concetto palesatosi chiaramente nella partita di stasera dove ogni pericolo offensivo bianconeri è nato o morto dai suoi piedi. Faro.
Il peggiore
De Paul. Fesseria di quelle che solo i giocatori offensivi in fase difensiva… Trancia in pieno Alex Sandro a mezzo metro dall’arbitro. Rigore e gol che regala alla Juve una ripresa più agevole del previsto.
De Paul. Fesseria di quelle che solo i giocatori offensivi in fase difensiva… Trancia in pieno Alex Sandro a mezzo metro dall’arbitro. Rigore e gol che regala alla Juve una ripresa più agevole del previsto.
Il tabellino
Juventus (4-4-2): Buffon; Lichtsteiner, Benatia (70’ Bonucci), Barzagli, Evra; Cuadrado, Lemina, Hernanes, Alex Sandro; Dybala (82’ Sturaro), Mandzukic (66’ Higuain).
Udinese (4-3-1-2): Karnezis, Wague, Danilo, Felipe, Samir (46’ Adnan), Kums, Thereau, Jankto (75’ Heurtaux), Fofana, De Paul (55’ Perica), Zapata.
Gol: 31’ Jankto; 43’ e rig. 51’ Dybala.
Note – Ammoniti: Wague, Perica; Hernanes.
Juventus (4-4-2): Buffon; Lichtsteiner, Benatia (70’ Bonucci), Barzagli, Evra; Cuadrado, Lemina, Hernanes, Alex Sandro; Dybala (82’ Sturaro), Mandzukic (66’ Higuain).
Udinese (4-3-1-2): Karnezis, Wague, Danilo, Felipe, Samir (46’ Adnan), Kums, Thereau, Jankto (75’ Heurtaux), Fofana, De Paul (55’ Perica), Zapata.
Gol: 31’ Jankto; 43’ e rig. 51’ Dybala.
Note – Ammoniti: Wague, Perica; Hernanes.
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