lunedì 17 ottobre 2016
Sagan bissa l'iride ed è ancora Campione del Mondo! Podio regale e quinto Nizzolo
Da Richmond a Doha, dal canyon al deserto d'Arabia, Peter Sagan (Slovacchia) è imbattibile sul traguardo iridato, eroe dei due mondi. Secondo Mark Cavendish (Gran Bretagna), terzo Tom Boonen (Belgio) in una volata di storia del ciclismo moderno. Gara decisa da un ventaglio belga -177 km: l'Italia è grande co-protagonista e quinta finale con Giacomo Nizzolo; Germania estromessa dallo sprint finale.Sagan vince il primo Mondiale del Medio Oriente e di un ciclismo sedotto dalla nuova frontiera del capitale, con tutte le sue idiosincrasie sociali - dove pare che i nativi non si siano accorti di un evento estraneo al costume - e le difficoltà climatiche, a temperature elevate nell’arsura del deserto arabico. Qui finiscono le postille e inizia il canto di Peter Sagan, straordinario fuoriclasse del ciclismo di oggi, due volte Campione del Mondo, primo Campione d'Europa, vincitore quest'anno della Gent-Wevelgem, del Fiandre, di 3 tappe del Tour de France, maglia verde della Grande Boucle per elezione terrena, maglia iridata di manifesta superiorità.
Guardate il podio di Doha: Peter Sagan medaglia d'oro; Mark Cavendish medaglia d'argento; Tom Boonen medaglia di bronzo. Con 4 Mondiali - Cannonball a Copenhagen 2011; il belga a Madrid 2005 - c'è tutta la storia del ciclismo veloce e moderno: 353 vittorie in tre (89; 142; 122), mai un podio era stato "tutto iridato". Scorrete la top-ten del primo Mondiale arabico: c'è l'Italia quinta con Giacomo Nizzolo e grande co-protagonista del blocco Belgio dal ventaglio del deserto. Forse il Tricolore è scattato troppo presto sul rettilineo del traguardo, lanciato alla perfezione da Jacopo Guarnieri; forse non si poteva fare di meglio contro il lignaggio del ciclismo World Tour; forse Elia Viviani s'è chiamato fuori dalla volata per un attacco di crampi. L'Italia però ha corso bene e questa sì che invece è una certezza.